

Il progetto espositivo
Dal 6 febbraio al 31 maggio 2025, l’esposizione didattica Verità rubate. L’arte della contraffazione ha indagato il fenomeno della falsificazione con l’obiettivo di comprenderne la natura e le caratteristiche, metterne in luce la rilevanza che esso ancora riveste nella società contemporanea e, in particolar modo, nel campo dell’archeologia, dell’arte e della cultura.
Adesso il progetto espositivo e didattico si sposta online permettendo a tutte e tutti di accedere comodamente al racconto ideato dal Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova.
Perché si falsifica?
Chi sono gli acquirenti degli oggetti contraffatti e come questi ultimi entrano nel mercato?
Come vengono prodotti questi oggetti e come si riconosce un falso?
Cercando di rispondere a queste domande, il Cultural Legal Lab vuole costituirsi come un luogo per la promozione di una cultura della legalità rivolto prioritariamente alla comunità locale e, in special modo, alle studentesse e agli studenti di ogni ordine e grado.
Questo progetto, inoltre, aderisce agli Obiettivi 11.4 e 12.8.b e 16.6 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile per quanto riguarda la conservazione del patrimonio culturale, l’adozione di azioni concrete e inclusive per lo sviluppo e la diffusione di buone pratiche e la prevenzione dei crimini contro la cultura.
La parola agli esperti!
Tre brevi video a cura di Monica Salvadori, Monica Baggio e Luca Zamparo per muovere i primi passi nel mondo della contraffazione delle opere d’arte!
Il Palazzo del Monte di Pietà ha riaperto le sue porte per il progetto didattico ed espositivo “Verità rubate. L’arte della contraffazione”, ideato da Luca Zamparo, Monica Baggio e Monica Salvadori del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova e realizzato grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
Dal 6 febbraio al 31 maggio 2025 è stato possibile visitare gratuitamente l’esposizione che ha indagato e cercato di comprendere il fenomeno della contraffazione delle opere d’arte e dei beni culturali, a partire dalle produzioni ceramiche antiche o pseudo-antiche.
Solamente in Italia, negli ultimi dieci anni, secondo i dati forniti dal Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale, sono state denunciate oltre 2.500 persone per il reato di contraffazione delle opere d’arte, permettendo il sequestro di circa 70.000 oggetti imitanti i beni archeologici, artistici, antiquariali o da collezione che, se immessi sul mercato, avrebbero comportato un danno stimato di oltre 5 miliardi di euro, senza considerare le implicazioni etiche, i risvolti negativi sul mondo del lavoro e le ricadute culturali, con la diffusione di una falsa idea dell’archeologia e dell’arte.
Per fronteggiare questi veri e propri inganni, ancora oggi presenti, il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova, con la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, ha dato vita al progetto scientifico e didattico Cultural Legal Lab, uno spazio per la promozione di una cultura della legalità, per la conoscenza dei fenomeni, spesso nascosti, che caratterizzano il nostro patrimonio culturale e la diffusione di buone pratiche per la sua salvaguardia.
Questa missione rientra in un percorso scientifico di ricerca avviato ormai nel 2015 a seguito del lascito testamentario dell’avvocato Bruno Marchetti (1941-2014). Tutto questo, del resto, non è un fatto inconsueto nella storia dell’Università di Padova: sin dal XVIII secolo, infatti, molteplici sono le collezioni di manufatti giunte in dono e che ora fanno parte del patrimonio culturale e museale dell’Ateneo. La donazione Marchetti, però, ha comportato il confronto con un materiale inedito e privo di una storia che ne narrasse l’origine e la provenienza, elementi fondamentali per la ricerca archeologica e storico-artistica.
Questo lascito ha rappresentato, inoltre, il punto di partenza del progetto MemO, La memoria degli oggetti. Un approccio multidisciplinare per lo studio, la digitalizzazione e la valorizzazione della ceramica greca e magno-greca in Veneto, coordinato dalla prof.ssa Monica Salvadori e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo attraverso il bando “Progetti di Eccellenza”.
L’unione fra la ricerca scientifica, la formazione accademica e la volontà di una restituzione civica del lavoro svolto in questi anni ha condotto all’esposizione “Verità rubate. L’arte della contraffazione” che ha messo in dialogo manufatti autentici e imitazioni dell’Antico con l’obiettivo di incentivare le domande, i ragionamenti e di acuire l’attenzione verso fenomeni che spesso sfruttano le più intime fragilità delle società a loro contemporanee. In un periodo storico caratterizzato dalle fake news e da una mistificazione della realtà, questo progetto intende cercare di rompere gli schemi mentali, spesso ingenui e inconsapevoli, che portano a deduzioni errate, riaffermando l’importanza della ricerca della verità, dell’indagine sulle fonti e sulla trasmissione dei messaggi, soprattutto quando questi vengono diffusi mediante le opere d’arte.